Salve. Ho letto con interesse. Penso meriti di essere ricordato anche Fenoglio. Con due libri: Una questione privata e La paga del sabato (bistrattato e sottovalutato dell'editoria italiana). Fenoglio è, secondo me, l'unico ad essere riuscito a raccontare da spettatore con drammaticità e realismo la Guerra e la Resistenza: più del borghese talentuoso che è sempre stato Calvino ( Il sentiero dei nidi di Ragno è un romanzetto in confronto a "Una questione privata" di Fenoglio).
Nell'editoria Italiana, ieri e oggi, contava il sapersi muovere e piacere: Calvino, nonostante una lieve balbuzie, era simpatico e affabulatore. Fenoglio non amava la pubblicità, in pubblico o dove contava preferiva starsene in disparte. La scrittura di Fenoglio era cinematografica, per l'epoca troppo avanti e progressista: racconta che sembra a chi legge di vivere in prima persona. Calvino fu il primo a credere in Fenoglio, riconosciamogli questo merito. Ma Calvino resta narrativamente parlando, era un uomo dalla cultura e umiltà immense, uno scrittore scolastico . Pavese è stato uno scrittore per cui serve tanto spazio.
Grazie, molto interessante. Io ho dedicato il mese di aprile a Fenoglio (Una questione privata, I Ventitré Giorni Della Città Di Alba, primavera di bellezza e Il Partigiano Johnny) per gli stessi tuoi motivi. È stato molto intenso. Su Fenoglio condivido il pensiero di Damiano, del commento precedente.
Ne "il sentiero dei nidi di ragno", anche Calvino si distanzia dalla retorica epica e trovo che la scelta di un protagonista bambino restituisca freschezza al romanzo e spessore alla complessità del periodo storico, senza appesantire.
Pavese ha una poeticità lenta, malinconica e molto evocativa, che deve sedimentare. Ne "la luna e i falò" ho apprezzato molto anche il non scontato tema della libertà sessuale delle donne e del pegno che ciascuna pagò per aver vissuto liberamente le proprie passioni.
Salve. Ho letto con interesse. Penso meriti di essere ricordato anche Fenoglio. Con due libri: Una questione privata e La paga del sabato (bistrattato e sottovalutato dell'editoria italiana). Fenoglio è, secondo me, l'unico ad essere riuscito a raccontare da spettatore con drammaticità e realismo la Guerra e la Resistenza: più del borghese talentuoso che è sempre stato Calvino ( Il sentiero dei nidi di Ragno è un romanzetto in confronto a "Una questione privata" di Fenoglio).
Nell'editoria Italiana, ieri e oggi, contava il sapersi muovere e piacere: Calvino, nonostante una lieve balbuzie, era simpatico e affabulatore. Fenoglio non amava la pubblicità, in pubblico o dove contava preferiva starsene in disparte. La scrittura di Fenoglio era cinematografica, per l'epoca troppo avanti e progressista: racconta che sembra a chi legge di vivere in prima persona. Calvino fu il primo a credere in Fenoglio, riconosciamogli questo merito. Ma Calvino resta narrativamente parlando, era un uomo dalla cultura e umiltà immense, uno scrittore scolastico . Pavese è stato uno scrittore per cui serve tanto spazio.
Grazie, molto interessante. Io ho dedicato il mese di aprile a Fenoglio (Una questione privata, I Ventitré Giorni Della Città Di Alba, primavera di bellezza e Il Partigiano Johnny) per gli stessi tuoi motivi. È stato molto intenso. Su Fenoglio condivido il pensiero di Damiano, del commento precedente.
Ne "il sentiero dei nidi di ragno", anche Calvino si distanzia dalla retorica epica e trovo che la scelta di un protagonista bambino restituisca freschezza al romanzo e spessore alla complessità del periodo storico, senza appesantire.
Pavese ha una poeticità lenta, malinconica e molto evocativa, che deve sedimentare. Ne "la luna e i falò" ho apprezzato molto anche il non scontato tema della libertà sessuale delle donne e del pegno che ciascuna pagò per aver vissuto liberamente le proprie passioni.
Il simbolismo, poi, ha livelli altissimi.