Marzo è stato un mese fortunato: dopo mesi di stop mi è tornata, prepotente, la brama di letteratura.
Non che fosse mai scomparsa, sia chiaro, però il nuovo approccio che avevo scelto di adottare verso la lettura mi aveva portato a diminuire sempre più il tempo speso a leggere. Evitavo di aprire un libro se non avevo abbastanza tempo, abbastanza silenzio… insomma, leggevo praticamente soltanto durante il fine settimana.
Gli ultimissimi giorni di febbraio però ho iniziato a leggere un libro che mi ha conquistata immediatamente con la sua scorrevolezza, i personaggi ben caratterizzati, l’intreccio drammaticamente intrigante e i temi appassionanti: poco più di un paio di pagine al giorno a volte, fa niente, dovevo leggere.
Forse non ne ero nemmeno cosciente, ma ero entrata in uno stato di torpore letterario: credevo di far meglio rallentandomi, e invece. Ognuno ha i suoi modi, non esiste uno più valido di un altro, che poi me l’aveva già insegnata Calvino con Se una notte d’inverno un viaggiatore questa cosa, ma vabbè. Insomma, seguendo il proprio sentire si fa sempre la scelta giusta: e no, non mi riferisco soltanto ai libri.
Senza accorgermene quindi nell’ultimo mese ho ripreso a leggere con costanza e a scrivere molto spesso, a discorrere di libri, consigliarne, a scattare fotografie in loro compagnia. Questa delle foto, lo so, sembra una sciocchezza, e invece posso assicurarti che non lo è: se sento questo desiderio vuol dire che, in un certo senso, quel libro lo sento amico, confidente, fratello.

La cosa assurda è che appena ho iniziato a sentire questa spinta verso la letteratura, anche il mondo esterno si è mosso: ho letto soltanto libri profondamente stimolanti e/o sorprendenti, ho collaborato con due realtà editoriali e sono stata chiamata per… no, dai, questo te lo racconterò nella prossima newsletter!1
Insomma, è proprio vero che per non restare fermi basta iniziare a muoversi. A volte la soluzione è così semplice!, altre volte, lo so, si fa una fatica tremenda anche a fare un piccolo passettino. Bisogna trovare il modo, farsi coraggio, poi tutto trova una direzione. Lo so cosa vuol dire essere immobili: non siamo mai soli in questo vuoto e se ne può uscire, credimi.
Cose belle di marzo
Dunque, partiamo dai libri. Quando papà dava i numeri di Louise Meriwether (ne ho scritto in maniera approfondita per Universo Letterario, puoi leggere l’articolo qui) ha inaugurato il mio mese di letture fortunate e mi ha portato a dedicarmi alla letteratura nera per tutta la prima metà di marzo. Subito dopo, infatti, ho letto la raccolta Poesie dell’Africa di Léopold Sédar Senghor, considerato il maggior poeta africano del Novecento e padre del concetto di negritudine2.
La mia Negritudine non è il sonno della razza, no,
ma il sole dell’anima, la mia negritudine vista e vita
La mia Negritudine è un martello in mano, è una lancia in pugno
Come il bastone del messaggero.
Non si tratta di bere, di mangiare l’istante che passa
Al diavolo se m’intenerisco per le rose di Capo Verde!
Il mio compito è di ridestare il mio popolo ai futuri sfolgoranti
La mia gioia creare delle immagini per nutrirlo,
o luci ritmate della Parola!3
Subito dopo mi sono dedicata alla lettura di un libro acquistato nella libreria dell’usato ferrarese (era nella scorsa newsletter, ricordi? Questa qui), Cassandra a Mogadiscio di Igiaba Scego. È stata una lettura difficile da digerire, ma proprio per questo necessaria: un testo di autofiction, di letteratura nera italiana, una storia famigliare e nazionale.
Lo «scavo storico che ognuno di noi è chiamato a fare su se stesso»
Ci sono dei libri che mi chiamano con insistenza dal primo momento in cui vengo a sapere della loro esistenza: Cassandra a Mogadiscio è uno di questi.
La seconda metà del mese l’ho dedicata alla lettura di Everyman di Philip Roth, un testo denso, cupo e affascinante come tutto ciò che mi è finora capitato di leggere dell’autore; poi è arrivato il turno de La vita intensa di Massimo Bontempelli4 che mi ha entusiasmata e mi ha presa talmente tanto che ho già in lettura un altro libro dell’autore5. Infine, ho concluso il mese con la rilettura di Canne al vento di Grazia Deledda: ricordavo fosse un romanzo eccezionale, ma non così tanto! È davvero il caso di dirlo: è un capolavoro.
Non soltanto con grandi libri è trascorso marzo, ma anche con grande cinema: siano santificati MUBI e RaiPlay!6
Il miglior film visto è stato senza dubbio il grande classico del cinema cinese In the mood for love (Wong Kar-wai, 2000): sensuale e malinconico, ogni elemento in perfetta armonia. Un altro grande classico visto questo mese è stato Divorzio all’italiana (Pietro Germi, 1961) che è certo figlio dei suoi tempi7, tuttavia l’ho trovato una commedia geniale e divertente, un’opera di denuncia chiara e potente.
Infine, due film dal sapore letterario che ho apprezzato molto: La famosa invasione degli orsi in Sicilia (Lorenzo Mattotti, 2019) tratto dall’omonimo racconto di Dino Buzzati, e The future (Miranda July, 2011) un film drammatico e surreale dell’autrice di uno dei libri più chiacchierati dello scorso anno8.
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Assieme ad altri autori come Aimé Césaire, David Diop e Cheik Anta Diop.
L. Senghor, La mia Negritudine.
Repetita iuvant: se stai leggendo questa newsletter ed è (o è passato) il 3 aprile, trovi l’approfondimento su Universo Letterario a questo link.
Ovvero Gente nel tempo, romanzo che stazionava da un annetto in libreria e che sto adorando. Massimo Bontempelli è un autore da leggere, fidati!
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Ho scoperto che molti l’hanno trovato un film offensivo. Onestamente l’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la rappresentazione di una donna brutta (interpretata dalla straordinaria Daniela Rocca) per la presenza di baffetti e monociglio sul viso, ma è pur sempre un film di oltre sessant’anni fa.
Mi riferisco al romanzo A quattro zampe, edito in Italia da Feltrinelli (clicca qui per la trama). Inutile dire che ho intenzione di leggerlo: Miranda July è geniale!